Vieni avanti, cretino…

Torniamo al Giallo, anzi al Giallo per antonomasia, quello classico che gli anglosassoni chiamano Mystery. In questo post analizzeremo in particolare la figura della Spalla del detective.
Cosa caratterizza la Spalla in un romanzo giallo? E perché è così diffusa?
Sì, le Spalle sono molto frequenti nel Giallo classico, e ce ne sono di molto diverse, tanto che sembrerebbero non avere nulla in comune: cosa accomuna l’ingenuo capitano Hastings con il playboy Archie Goodwin, o l’impalpabile Van Dine con il volitivo ispettore Queen?
 
Per capirlo, bisogna tornare alle caratteristiche narrative del Giallo. Sappiamo che l’ignoranza del Lettore è l’elemento chiave del Giallo, la sua ragion d’essere, e che lo scopo del Lettore è la ricostruzione del codice del “messaggio narrato” a partire dal testo stesso. Strutturalmente, dunque, un Giallo è un testo nel quale:
  • Viene narrata una vicenda “a chiave”;
  • La soluzione è esposta nel finale del testo, da parte del Detective, alter ego dell’Autore, che dimostra che tutti gli elementi della chiave erano esposti nel testo;
  • A questo scopo, è dunque necessario che il Detective e il Lettore abbiano le stesse informazioni. In base alle “regole del gioco” qualsiasi informazione nota solo al Detective e non al Lettore, oppure nota al Lettore e non al Detective, non può essere rilevante ai fini della soluzione: è destinata ad essere eliminata nell’operazione di “compressione” del testo da cui si ricava la soluzione;
  • D’altra parte, il piano narrativo della vicenda non può coincidere con il punto di vista del Detective, che deve rimanere rigorosamente nascosto al Lettore. Il Lettore deve venire a conoscenza degli stessi fatti noti al Detective, ma non deve conoscere nessuno dei pensieri del Detective;
  • Ecco che quindi si delinea come il punto di vista del Lettore (e quindi della narrazione) debba coincidere con una sorta di telecamera virtuale che accompagna passo passo il Detective.
Possiamo insomma dire che la Spalla rappresenta una personificazione del punto di vista di questa telecamera: è un espediente narrativo che trasforma in personaggio un punto di vista virtuale, con numerosi vantaggi per l’Autore, che in questo modo può ottenere alcuni effetti fondamentali per la narrazione:
  • Selezione: quasi sempre, gli indizi chiave sono notati anche dalla Spalla, o direttamente, o osservando che il Detective si sofferma su di essi. È raro che in un Giallo ben costruito la chiave risieda in un indizio al quale non si è dato nessun rilievo.
  • Diversione: se la Spalla quasi sempre aiuta a mettere in evidenza gli indizi chiave, ha anche spesso la funzione di generare falsi indizi, o interpretazioni errate di indizi autentici.
  • Interlocuzione: la Spalla svolge spesso la funzione di permettere al Detective di avere un interlocutore, e di manifestarsi come personaggio. Cosa sapremmo di Sherlock Holmes, se non fosse per le sue conversazioni con Watson? A chi Nero Wolfe permetterebbe di disturbare il silenzio del suo studio, se non ad Archie Goodwin?
  • Elaborazione: mentre la narrazione procede, il Lettore si forma delle ipotesi di lavoro, che però ovviamente non possono essere messe a confronto con quelle del Detective. La Spalla invece esprime liberamente le proprie riflessioni, che possono servire al Lettore per confrontarsi con un “comune mortale”, e anche per scartare soluzioni intermedie (in fondo, le ipotesi della Spalla non possono essere giuste…).
Per tutti questi motivi, non è sorprendente che spesso la Spalla funga anche da Narratore in prima persona della storia; tuttavia, l’entità degli effetti narrativi affidati alla Spalla è molto variabile in funzione del tipo di Spalla prescelto dall’Autore. I diversi tipi di Spalla e le loro rispettive funzioni narrative saranno argomento del prossimo post a tema giallo.

Un pensiero su “Vieni avanti, cretino…

  1. Sono sempre l’economista mascherato.

    Non sono d’accordo con la funzione di Selezione, visto che Agatha Christie è maestra nel disseminare ‘trappole’ per distrarre il lettore, e in molti casi (come in ‘Fermate il boia’ ad esempio, o in ‘Due mesi dopo’) l’indizio chiave è appena accennato.

    In secondo luogo, direi che la spalla serve in alcuni casi a Compensare il detective, che generalmente più è brillante dal punto di vista deduttivo più ha dei problemi da qualche altra parte: Poirot è eccessivamente vanitoso e Hastings ogni tanto lo prende in giro, Nero Wolfe è statico e Goodwin va in giro a seguire filoni di indagine (e aprire altre mini-storie) al posto suo.

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