Modelli emergenti in Fisica (e in Psicologia?)

Come dicevo nel post precedente, vorrei ispirarmi alle teorie fisiche che considerano il livello di descrizione del mondo a noi familiare, basato sui concetti di spazio e tempo e sulle leggi fisiche che governano gli eventi all’interno di questo sistema di riferimento, non fondamentale, ma emergente da una descrizione della realtà “background-independent”, come quella che la teoria della Loop Quantum Gravity cerca di sviluppare a partire da un modello “fondamentale” basato su Reti di particelle e relazioni tra di esse (Spin Networks). Il mio scopo sarebbe suggerire un’analogia con la Psicologia, ipotizzando che anche per quest’ultima sia possibile avere diversi livelli di descrizione, a partire da quello “fondamentale” basato su Reti di neuroni.

Per sviluppare questa analogia, penso sia utile innanzitutto uno sguardo a come dovrebbero collocarsi, secondo la mia comprensione, le varie teorie fisiche nello scenario auspicato dall’approccio cui faccio riferimento.

Come abbiamo detto più volte, il livello base di descrizione è dato appunto dalle Spin Network. A partire da questo livello, si “costruisce” lo spazio fisico, come entità emergente, e questo comporta alcune particolari caratteristiche per lo spazio; in particolare, abbiamo già visto che è quantizzato e che è, diciamo così, “olografico”.
All’interno di questo “spazio emergente” con le sue proprietà, dovremmo attenderci di ritrovare le “normali” teorie fisiche che abbiamo sviluppato all’interno dei modelli “background-dependent”. Nella figura ho voluto evidenziare due ulteriori livelli di descrizione:

  • Uno legato alla dinamica di base, che include le leggi che governano gli oggetti microscopici. Le grandezze fisiche che caratterizzano questo livello sono velocità, cariche elettriche, energie dei singoli costituenti della materia.
  • Uno ultra-macroscopico o su grande scala, che studia fenomeni “globali”, o perché intrinsecamente di scala cosmologica, o perché relativi a agglomerati di materia da studiare attraverso parametri statistici. Tipicamente, a questo livello si descrivono i sistemi attraverso relativamente “poche” proprietà termodinamiche (energia media, entropia, temperatura) o appunto cosmologiche.

Il livello di grande scala ha come componenti quelle studiate dal livello di base, e quindi è teoricamente “riducibile” ad esso, ma le grandezze fisiche che descrive hanno senso solo a livello aggregato. E’ importante comunque osservare che entrambi questi livelli hanno come “sfondo” lo spazio-tempo, con le sue proprietà (che abbiamo visto in parte essere determinate dal livello “fondamentale”), e proprio per questo i modelli fisici già conosciuti ci dettano in qualche modo le regole per definire, a partire dal livello fondamentale, lo spazio fisico e tutte le altre grandezze “emergenti”.

A mio parere, è ragionevole mutuare uno schema analogo per la Psicologia; anche in questo caso, infatti, vi sono (almeno) due livelli di descrizione possibili: quello dei singoli processi cognitivi o, con termine più generico, mentali (ad esempio i processi percettivi, o la formazione delle emozioni di base), e quello che considera la personalità dell’individuo nel suo complesso, guardando ai fenomeni “macroscopici”, per così dire, associati ad essa. A questo punto, sarebbe bello poter dire di avere anche per la Psicologia delle teorie consolidate in grado di descrivere in modo completo i due livelli di cui parlo, ma temo che non sia così. Proprio per questo, può essere interessante continuare a ragionare sulle implicazioni del processo di “emersione” a partire dal caso della Fisica, per capire se ne può derivare qualche implicazione sulle caratteristiche che dovrebbero avere le teorie psicologiche.

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