Gialli, Entropia e Teoria dell’Informazione

In un post precedente, sostenevo che due caratteristiche tipiche dei Gialli sono:

  1. Un Giallo è di fatto un messaggio in codice, inviato dall’Autore al Lettore, la cui decodifica è la Soluzione del Giallo;
  2. Il Giallo, in quanto presenta l’evoluzione dal Caos (un omicidio, l’Assassino ignoto, numerosi personaggi sospettabili) all’Ordine, rappresenta una riduzione di Entropia.

In questo post, vorrei mostrare come, in base alla Teoria dell’Informazione, queste due caratteristiche siano in realtà legate in modo più profondo di quanto appaia.

Partiamo dalla considerazione che un qualsiasi romanzo è una comunicazione o un messaggio tra l’Autore e il Lettore. Come tale, possiamo applicargli i risultati della Teoria dell’Informazione (v. ad esempio la corrispondente voce su Wikipedia), secondo cui a ogni messaggio è attribuibile una determinata quantità di Entropia.

Questa quantità di Entropia corrisponde in senso stretto alla quantità di informazione scorrelata che il messaggio trasporta, e, nel caso in cui il messaggio sia costituito di unità totalmente scorrelate tra loro, è proporzionale al logaritmo della dimensione del messaggio. Ne consegue che, considerando un generico romanzo in cui gli avvenimenti si susseguono in modo "libero", l’entropia del romanzo è pari al logaritmo della sua dimensione.

Vale la pena di ricordare che, in Teoria dell’Informazione, il concetto di Entropia è strettamente legato a quello di comprimibilità: se i contenuti di un messaggio sono scorrelati tra loro, non c’è modo di comprimere il messaggio senza perdere informazione, e si ha il massimo di Entropia. Viceversa, se in un messaggio alcune parti sono logicamente correlate ad altre, l’Entropia è inferiore e il messaggio può essere "compresso" senza perdita di informazione.

Quindi, in altra forma, possiamo dire che è possibile ridurre l’Entropia di un messaggio se esiste un algoritmo di compressione che riduca la dimensione del messaggio conservandone l’essenza, e che questo algoritmo esiste se esiste una logica interna al messaggio per cui alcune sue componenti sono strettamente deducibili da altre. In un romanzo ordinario, questo legame deduttivo è assente, e comprimere il testo significa perdere informazione: possiamo sempre dire che i Promessi Sposi sono la storia di due fidanzati che, contrastati da un potente mascalzone, alla fine riescono a sposarsi, ma perderemo "pezzi" di romanzo.
Interessante, no? Perché a questo punto siamo in condizione di concludere il nostro discorso: un Giallo è infatti appunto un romanzo nel quale esistono rapporti logico-deduttivi tra gli eventi narrati. Di conseguenza, esiste un algoritmo che consente di comprimere il "messaggio" e la sua Entropia. Questo algoritmo di compressione, questo codice, tuttavia, non è noto a priori: esso è appunto l’oggetto della "metacomunicazione" tra Autore e Lettore.

Il Lettore, dall’esame del testo, deve ricostruire la corretta interpretazione del Giallo, ossia il suo codice. Senza l’interpretazione logica, i fatti narrati nel Giallo mancano della giusta correlazione, e l’Entropia del testo è pari a quella di un qualsiasi altro romanzo. Ma una volta nota l’interpretazione esatta, è possibile ricostruire le relazioni logiche tra le parti del Giallo, la cui Entropia si riduce tanto più quanto più rigorosa e pervasiva è la componente deduttiva (ossia, quanto minore è l’elemento casuale o episodico nei fatti narrati). Ovviamente, il Giallo contiene anche il suo codice "in chiaro", esposto dall’Investigatore nella Soluzione, una sezione del Giallo logicamente separata (e che in alcuni casi è addirittura "annunciata" dall’Autore).

Potremmo quindi concludere dicendo che un Giallo è tanto migliore quanto più risponde al requisito di presentare un’intelaiatura logica, ossia quanto più bassa è la sua Entropia. In un prossimo post, cercheremo anche di ampliare questa definizione.

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